Comazzo. Quattro “Mister X” per continuare a sperare. Tante sarebbero le società in lizza tra di loro che, acquistando lo stabilimento farmaceutico Schering Plough di Comazzo, salverebbero il posto di lavoro ai 130 dipendenti che oggi vi sono impiegati, e il cui annunciato licenziamento per ora è di fatto “congelato”. Ad annunciarlo è stata la proprietà dell’azienda, la multinazionale americana Merck: la stessa che negli scorsi mesi aveva annunciato la chiusura del sito dove si producono pomate e creme entro il 2012, ma che ieri nel tavolo ministeriale con i sindacati e la Provincia ha confermato l’esistenza di quattro gruppi imprenditoriali intenzionati a rilevare l’impianto di Comazzo.
Gli acquirenti sarebbero tutti italiani, attivi nei settori chimico, farmaceutico o cosmetico. I loro nomi restano “top secret”, ma dovrebbero essere svelati entro la metà del mese prossimo: compreso quello dell’azienda che, più di tutte, avrebbe messo sul piatto le maggiori garanzie sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali. E se i piani industriali dei potenziali nuovi proprietari non sarebbero ancora realtà, una prima “conquista” i sindacati la possono già celebrare: per ora, non partiranno né procedure di licenziamento collettive né sulla trentina di mobilità previste per gennaio. «Quella di Comazzo, tra le sedi italiane della multinazionale, sembrava la situazione più disperata, e invece con le quattro proposte che si stanno concretizzando si è trasformata in una possibile cessione del sito con annessi lavoratori – commenta Francesco Cisarri della Cgil-. Al limite temporeggeremo con un po’ di cassa integrazione, ma eventuali piani sociali, quali incentivi e buone uscite per qualcuno, si valuterebbero in secondo momento. Adesso ripartiremo con i tavoli locali con Assolombarda, perché bisogna capire per quanti lavoratori i possibili acquirenti offrano garanzie. Ma credo si stia facendo un buon lavoro: e aver tenuto aperto il tavolo ministeriale come sintesi di quelli locali è importante».
I risultati del tavolo romano verranno illustrati ai lavoratori di Comazzo stamane in assemblea. E Cisarri non sarà l’unico a esprimere soddisfazione. «Ogni volta che veniamo a Roma sembra che ci sia il funerale di Comazzo e invece tutto sommato ci hanno ribadito la disponibilità di quattro aziende a rilevarne lo stabilimento – commenta Giampiero Bernazzani della Cisl -. Volevano partire con la mobilità per 30 dipendenti da gennaio, ma hanno fatto marcia indietro». «È andata meglio di quanto la vigilia facesse pensare – gli fa eco Francesco Montinaro della Uil -. Abbiamo assodato che allo stato attuale non c’è personale in esubero: ora auspichiamo si apra il tavolo scevro da qualsiasi tipo di procedura, e che si ragioni in modo libero e tranquillo per mantenere elevato il livello occupazionale. Insomma, intravediamo qualcosa: se l’azienda velocizzerà le trattative potremo parlare di piano industriale».
Claudio Pedrazzini, vicepresidente con delega alle attività produttive della Provinci